La festa dei lavoratori nel Lazio è sinonimo di scampagnata con fave e pecorino. Ma da dove viene questa tradizione? La fine del mese di aprile e l’inizio di quello di maggio coincidono con il periodo dei raccolti. Mangiare i semi di una pianta è quindi di buon auspicio. Il pecorino invece non ha un valore simbolico, se non per il legame con l’abbondanza di latte. Ben più importante il sapore: intenso e piccante che ben si sposa con la dolcezza della fava.
Le fave sono conosciute fin dai tempi degli antichi greci, che però le consideravano come un simbolo legato alla morte. In tempi più recenti sono diventate invece un must dei pic-nic della festa dei lavoratori. Anche il pecorino romano può vantare una lunga storia. Prodotto già in epoca romana imperiale, e consumato da sempre da tutte le classi sociali, oggi è un elemento centrale della tradizione culinaria della città eterna. Una delle sue caratteristiche è la lunga conservazione, un cibo quindi adatto a essere trasportato. È importate consumare fave romanesche tenere e fresche, con un colore verde acceso.
Si suggerisce l’abbinamento con un rosso dei Castelli Romani.
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